


MAISON FIORILLO
Silvio Fiorillo nacque nel 1615 presso l’affascinante Capua. Uomo dal talento puro e poliedrico. Grazie al suo lavoro da commediante girò tanto per la penisola italiana, facendo conoscere la maschera di Pulcinella, il punto più alto della sua ricerca artistica. Durante una delle sue tournée teatrali conobbe a Napoli una tale Lucia, sarta dal gran talento, tra i due nacque una storia d’amore lì tra il Monte di Dio e il Pallonetto di S. Lucia; da questa unione nacquero due bambini con la passione per i vestiti che li portò a fondare una piccola bottega sartoriale a Pizzofalcone. La bottega fu un luogo di fervido lavoro e di interessanti creazioni, i fratelli Fiorillo in poco tempo conquistarono la stima e fiducia della Napoli bene, e in maniera parallela iniziarono delle collaborazioni fruttuose con dei teatri napoletani. L’attività crebbe incessantemente grazie alla passione dei fratelli, e in seguito dei nipoti, tanto da aprire un secondo studio sartoriale nell’attuale via Toledo. Il lavoro preciso e particolareggiato dei Fiorillo attrasse anche una delle personalità più forti ed eccentriche del periodo, l’ammiraglio Paolo Avitabile, famoso per le sue gesta da condottiero in Oriente. L’Avitabile(1791/1850) scelse i Fiorillo come suoi sarti ufficiali che lo resero una delle figure più eleganti del regno di Napoli.
(1876 – 1938) *********
Nel frattempo un giovane, di nome Nicola Romeo, si metteva in luce tra la provincia, S. Antimo, e la città di Napoli, grazie alle sue capacità analitiche che gli permisero di laurearsi a soli ventitré anni presso la facoltà di ingegneria. Il Romeo durante il periodo universitario strinse una forte amicizia con Giuseppe, appartenente alla famiglia Fiorillo. I due entrambi con idee innovative, uno nel campo dei tessuti, l’altro nel campo della meccanica automobilistica, crebbero insieme e da lì si ebbe un forte sodalizio che porterà i Fiorillo a vestire l’astro nascente dell’industria italiana; infatti il fondatore dell’Alfa Romeo, anche quando gli affari lo porteranno lontano da Napoli, non si dimenticherà mai del suo vecchio amico che resterà per tutta la sua vita un punto di riferimento e di confronto, nonché il suo stilista personale.
(1938-2020.) ******
Nei primi anni del Novecento, complice anche il crescente sviluppo industriale nazionale, la sartoria Fiorillo ebbe un’impetuosa espansione commerciale, coniugando l’amore per il lavoro fatto a mano con la produzione a larga scala; nel quartiere di Gianturco(Napoli) i Fiorillo concentrarono la lavorazione artigianale, abiti di gran pregio mentre nella provincia precisamente, S. Antimo, la produzione industriale. Il grande ampliamento fu interrotto dallo scoppio del secondo conflitto mondiale, e il sito di Gianturco fu completamente raso al suolo dai bombardamenti aerei dei tedeschi. La ricostruzione fu lenta e dispendiosa, gli anni a seguire furono anni di transizione, in chiaro-scuro per la maison Fiorillo fino a che negli anni novanta non entrò in scena Pino Fiorillo. Il ragazzo già dalle scuole medie aveva sviluppato una grande passione per il mondo dei tessuti sotto la guida attenta e decisa del nonno Giuseppe e del papà Carmine. Attento alle novità e alle innovazioni, Pino incominciò a viaggiare per la penisola e per l’estero, migliorando il suo know-how, e riuscendo con coraggio e spirito di sacrificio a dare un respiro nazionale all’azienda, diversificando la produzione tra abiti sartoriali altamente raffinati grazie alle sapienti mani dei sarti napoletani, con una produzione più commerciale. (Poul Richard London).
Oggi il marchio Fiorillo vuol dire linee di abiti altamente innovativi ma che non dimentica la tradizione napoletana, coniugando il tutto con tessuti di qualità.